Il servizio sanitario nazionale britannico sta affrontando una crisi sempre più profonda: infermieri e operatori delle ambulanze hanno iniziato a scioperare e ulteriori scioperi sono minacciati per i mesi a venire. Anche questi sono gli effetti della Brexit
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di Alberto Pantaloni*
Il 15 dicembre si è svolto lo sciopero del personale infermieristico in Gran Bretagna e un nuovo sciopero è in discussione fra lavoratori e lavoratrici, che chiedono un aumento del 5%, rispetto al 3% “raccomandato” dall’organismo di revisione salariale del servizio sanitario nazionale britannico (National Health Service, Nhs). Lo stipendio di un’infermiera è di circa 32.000 sterline l’anno, superiore per esempio a quello dei dipendenti della grande distribuzione, ma che all’oggi, con l’innalzamento esponenziale del costo della vita nel Regno Unito, è appena sufficiente per galleggiare. Inoltre, la penuria di personale infermieristico costringe queste lavoratrici e questi lavoratori a turni massacranti di 12 ore per 4-5 giorni a settimana.
I posti vacanti sono ai massimi storici e anche il numero di pazienti in attesa di trattamento è a livelli record. Christina McAnea, segretaria generale del sindacato Unison, ha dichiarato al «Mirror»:
«Le ambulanze sono in coda fuori dai reparti di pronto soccorso per ore e ore, lasciando gli equipaggi incapaci di rispondere ad altre chiamate al 999. I veicoli di emergenza sono diventati sale d’attesa traboccanti. […] Il personale con decenni di esperienza dice di non aver mai visto una situazione così brutta. I pazienti affrontano lunghe attese in ambulanze o corridoi mentre gli ospedali lottano per trovare letti nei reparti a corto di personale. Inoltre, la crisi dell’assistenza sociale significa che i pazienti che stanno abbastanza bene da poter andare a casa non possono essere dimessi di nuovo nella comunità. Una migliore retribuzione non è l’unica soluzione a tutti i problemi che affliggono il servizio di ambulanza e il più ampio NHS. Ma un salario equo potrebbe convincere il personale a rimanere e altri ad aderire – e questo significherebbe un servizio più sicuro. Gli scioperi sono sempre l’ultima risorsa e avranno inevitabilmente un impatto. Ma gli operatori sanitari sono giunti con riluttanza alla conclusione che l’interruzione a breve termine è necessaria se il governo deve essere costretto ad agire».
La situazione è talmente drammatica che le infermiere del Royal College of Nursing, in cui dalla sua costituzione (1916) non c’è mai stato alcuno sciopero, hanno deciso di incrociare le braccia per la prima volta. Il governo britannico in questi giorni ha riunito il famoso “Comitato Cobra”, il comitato istituito per rispondere a una crisi nazionale o regionale, e ha adombrato l’idea di utilizzare l’esercito per rimpiazzare i e le dipendenti pubblici (trasporti, poste, sanità) in sciopero in queste settimane, invece di interrogarsi sullo sfacelo in cui ha ridotto i servizi pubblici britannici, anche a seguito della Brexit.
Al contrario il governo scozzese ha avviato un dialogo proficuo con le organizzazioni sindacali, che ha portato a proposte di aumenti salariali molto più alti nella sanità.*Alberto Pantaloni è uno storico italiano membro della redazione centrale della rivista di storia critica «Historia Magistra»; nei suoi studi si è prevalentemente occupato di storia dei movimenti sociali e politici nell’Italia degli anni Settanta, con saggi su Lotta continua e il movimento del ’77, e di storia della storiografia marxista in Gran Bretagna, con saggi sul Communist Party Historians’ Group. Il suo ultimo libro è “Eric Hobsbawm storico del lavoro. Il movimento operaio dalla Rivoluzione industriale alla fine del secolo breve”.