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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – 10a puntata

2 Febbraio 2022 | PNRR

Pubblichiamo il decimo intervento di Eugenio Marino, dirigente nazionale del Partito Democratico, responsabile organizzazione per Sud e isole

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: Con le nostre trasmissioni ci eravamo lasciati prima della pausa natalizia, in tempo di bilanci. Ora che riprendiamo, ci vuol dire come si è chiuso il 2021 per l’attuazione del PNRR e come si apre il 2022?

Possiamo dire che il 2021 si è chiuso bene, poiché l’Italia ha portato a termine il cronoprogramma fissato dall’Europa. Infatti sono stati raggiunti tutti i 51 traguardi e obiettivi indicati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per quest’anno. Obiettivi, lo ricordo, fondamentali e propedeutici per procedere con l’applicazione del Piano nei prossimi anni e, quindi, per ricevere materialmente la liquidità delle risorse che ci sono state assegnate.

Con questo risultato, dunque, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha potuto inviare alla Commissione Europea la richiesta relativa al pagamento della prima rata dei fondi del PNRR. Cioè la richiesta di erogazione, entro il mese di agosto 2022, dei primi 24,9 miliardi di prefinanziamento. Questa prima di 10 rate del PNRR fino al 2026 è composta da una parte di contributi a fondo perduto, pari a 11,5 miliardi e da una di prestiti, pari a 12,6 miliardi.

Bene. Quindi ora arriverà la disponibilità economica e i vari soggetti attuatori (nazionali e locali) potranno, come si suo dire, “mettere a terra” i progetti. Quali sono i prossimi passi in questa direzione?

Beh, intanto una serie di riunioni preliminari della Segreteria tecnica, che prevedono già alcune priorità:
una prima riunione su Lavoro, imprese e inclusione sociale;

una su Infrastrutture e divari territoriali;

una suTransizione ecologica, agricoltura e turismo;

el’ultima già prevista suInnovazione tecnologica.

Poi partirà il complesso iter con il quale le diverse amministrazioni (nazionali, regionali e locali) presentano i bandi, la corsa dei vari soggetti a presentare domanda di partecipazione e le gare di appalto per i vari progetti per i quali si prevede l’inizio immediato nel corso di quest’anno.

PROVVEDIMENTI NAZIONALI

E in questi ambiti, dunque, ci sono già progetti e opere in vista?

Diciamo di si. Per esempio quelli sull’alta velocità, come quella immateriale. In tutta Italia 7 milioni di indirizzi saranno raggiunti dall’Internet veloce grazie al primo dei bandi “Italia a 1Giga, con i quali il Governo mette a disposizione quasi 3,7 miliardi di euro dai fondi del PNRR.
Il bando è uno degli interventi della Strategia nazionale per la Banda Ultra Larga, che prevede anche piani per connettere scuole e strutture sanitarie e per promuovere lo sviluppo delle reti 5G.
I numeri civici coinvolti sono suddivisi in 15 aree geografiche, i cosiddetti lotti, che saranno oggetto di intervento da parte degli operatori vincitori dei finanziamenti.

Per partecipare alla gara, che è gestita da Infratel Italia, è necessario accedere e registrarsi alla piattaforma telematica “Ingate” di Invitali. I soggetti interessati possono presentare le offerte entro il prossimo 16 marzo. E i lavori dovranno essere completati entro il 30 giugno 2026.
Per garantire il rispetto degli obblighi del bando entro giugno 2026, sono stati individuati obiettivi semestrali di copertura e un sistema di penali in caso di mancata copertura dei civici o ritardo dei tempi di realizzazione dei lavori.

PROVVEDIMENTI A SUD

E per l’alta velocità materiale, soprattutto al Sud che è la parte più carente del sistema Paese?

Per questo ambito è prevista, entro il mese di giugno del 2026, che la tratta Napoli-Bari diventi percorribile in due  ore, contro le attuali tre e mezza, con un aumento della capacità da 4 a 10 treni l’ora sulle sezioni a doppio binario. Per la linea Palermo-Catania-Messina saranno invece realizzate le tratte intermedie del progetto, al completamento del quale tra Palermo e Catania il tempo di percorrenza diminuirà di più di un’ora (passando dalle 3 ore attuali a meno di 2), con un aumento della capacità da 4 a 10 treni l’ora sulle tratte in raddoppio.

Sulla tratta Salerno-Reggio Calabria la durata del viaggio diminuirà di un’ora e 20 minuti; per consentire un migliore transito dei treni merci, inoltre, per il porto di Gioia Tauro sono previste da subito ulteriori significative risorse. Il costo totale dell’investimento è di 4,6 miliardi di euro.
a realizzazione avvenuta si avrà una più rapida connettività tra Nord e Sud, un minore isolamento per gli abitanti del Mezzogiorno, un collegamento più efficiente per il porto di Gioia Tauro, minori tempi di percorrenza tra Napoli e Bari, tra Salerno e Reggio Calabria e tra Palermo e Catania.

Oltre a un aumento del numero di treni per il trasporto sia di passeggeri sia di merci e la creazione di posti di lavoro e opportunità di sviluppo per le aziende del Sud. 
Anche  al Nord, ovviamente, sono previsti lavori importanti. Entro giugno 2026 diverranno più veloci gli spostamenti tra Brescia-Verona e Vicenza, verrà completata la linea Liguria-Alpi per dimezzare i tempi di percorrenza tra Genova e Torino e tra Milano e Genova e passeranno da 10 a 24 i treni all’ora sulle tratte in prossimità del nodo di Milano con il transito di treni merci lunghi fino a 750 metri e verrà potenziata la direttrice Verona-Brennero, realizzando la tangenziale ferroviaria di Trento. Il costo complessivo sarà di 8,5 miliardi.

Lavori importanti e imponenti, soprattutto per i tempi della nostra burocrazia e le difficoltà degli appalti. Che scadenze sono previste?

Beh, si correrà a tempi da record, utilizzando al massimo le norme previste anche con le varie semplificazioni messe in atto dal Governo. Entro dicembre 2022  dovranno essere conclusi gli appalti e firmati i contratti per la costruzione della linea alta velocità Napoli – Bari e Palermo – Catania. Entro marzo 2024 dovranno essere firmati i contratti per la Salerno – Reggio Calabria. Entro giugno 2024dovranno essere ultimati ben 69 KM di linee ad alta velocità per le tratte Napoli–Bari, Salerno–Reggio Calabria e Palermo–Catania. Ed entro giugno 2026 dovranno essere ultimati i 274 chilometri ad alta velocità su tutte e tre le tratte.

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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza