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Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – 9a puntata

12 Dicembre 2021 | Approfondimenti, PNRR

Pubblichiamo il nono intervento di Eugenio Marino, dirigente nazionale del Partito Democratico, responsabile organizzazione per Sud e isole

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza: STRUTTURE PNRR

Marino, partiamo come sempre dai livelli nazionali. Che novità abbiamo?

Si apre oggi la campagna di ascolto “Uniamo l’Italia”, i cui lavori proseguiranno fino a domani pomeriggio e saranno trasmessi in diretta streaming sul sito e sull’account Facebook del ministero per il Sud e la Coesione territoriale. 

Per il Ministro Carfagna sarà una due giorni per replicare l’esperienza di “Sud, progetti per ripartire”, organizzata nel marzo scorso per raccogliere idee per il Pnrr e per spiegare all’opinione pubblica del Sud come funziona il Piano e come si tutelano le capacità del Mezzogiorno di beneficiarne. 

Il dibattito, che si svolgerà in 8 tavoli tematici, dovrà individuare alcune priorità da proporre nell’ambito del prossimo piano di programmazione del Fondo Sociale di Coesione. 

Al termine del confronto la sottosegretaria per il Sud, Dalila Nesci, aprirà la sessione conclusiva, riservata alle relazioni dei coordinatori dei tavoli di lavoro.

L’ambizione è quella di dare una direzione coerente alla programmazione del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione per il ciclo 2021-2027, la cui dotazione iniziale di 50 miliardi di euro potrà essere incrementata di ulteriori 23,5 miliardi di euro, come previsto dalla legge di Bilancio.

Ambizione concretamente realizzabile?

Mah, guardi, tutto è possibile, ma anche a rischio. A noi e in questa sede, più che fare previsioni, spetta seguire l’evoluzione della situazione e verificare ciò che succede concretamente, come fanno tutti gli osservatori.

The Times, per esempio, in queste ore racconta all’estero dell’insolita task force composta da ingegneri, architetti, giuristi, consulenti ambientali, geologi e altri esperti che sarà inviata in tutta Italia per aiutare a ricostruire il Paese dopo il Covid e la stagnazione della crescita negli ultimi 20 anni. 

Il giornalista Tom Kington si riferisce all’operazione “mille esperti” per il Pnrr, per la quale sono arrivate oltre 61 mila candidature. 

Esperti con il compito di supportare governatori e sindaci per ottenere le autorizzazioni necessarie a spendere i fondi, ridurre la burocrazia e fornire competenze, visti come fulcro cruciale del più grande sforzo di ricostruzione dopo il piano Marshall del secondo dopoguerra e che dovrebbe creare 1 milioni e 200 mila di posti di lavoro.

PROVVEDIMENTI NAZIONALI

Di cosa si tratta di preciso?

Delle 61 mila candidature arrivate per i mille incarichi professionali che le Regioni dovranno conferire per il Pnrr e che, secondo il ministro Brunetta, rappresentano una grande innovazione, poiché con le modalità tradizionali ci sarebbero voluti da 3 a 5 anni per formalizzare questo percorso di implementazione territoriale del Pnrr. 

E ha evocato i mille di Garibaldi. 

Quelli, secondo Brunetta, unificarono l’Italia, questi di oggi, devono modernizzarla.

Cosa si intende di preciso per “modernizzazione”  e in che direzione dovranno lavorare ottenerla?

Beh, la modernizzazione prende tante strade diverse. 

Ma io credo che la più importante sia quella della riconversione verde.

Per esempio, in questo senso il quadro tracciato nel nuovo Indice dei veicoli elettrici, che classifica i 10 principali mercati automobilistici nell’ambito della mobilità elettrica a livello globale, identifica tre nazioni leader nella svolta elettrica: Cina, Svezia e Germania, che si posizionano davanti a Regno Unito, Corea del Sud e Stati Uniti, che a loro volta aspirano a posizioni di leadership. 

Tra le ultime posizioni ci sono Giappone, Canada e Italia, in nona posizione prima dell’India. 

L’Indice EY, che rappresenta il 75% del mercato globale veicoli leggeri, pone l’accento su tre principali driver di analisi, cioè offerta, domanda e regolamentazione, in vigore nei Paesi presi in esame.

E sottolinea come il Pnrr rappresenti una grande opportunità di accelerazione per il nostro Paese, non solo per quanto attiene alle infrastrutture di ricarica “fast e super fast”, ma anche per la copertura capillare sul territorio delle colonnine quick a bassa potenza, che consentiranno di rispettare il nostro obiettivo complessivo di oltre 3,4 milioni di infrastrutture di ricarica al 2030, di cui 32.000 pubblici, veloci e ultraveloci. 

Ecco, questo significa sicuramente modernizzare e lavoro da fare per modernizzare. E se falliamo in questo, ogni altra modernizzazione sarà menomata.

Passiamo ai progetti. Che c’è di nuovo questa settimana?
Che con la firma del protocollo d’intesa tra il Ministero della Transizione ecologica e l’ISPRA prende il via l’investimento del PNRR su “Ripristino e tutela dei fondali e degli habitat marini”, che consentirà all’Italia di rafforzare le capacità di osservazione degli ecosistemi marini e attuare una campagna di recupero e restauro degli habitat marini degradati dalla pressione antropica. 

Il progetto, inserito nella missione 2, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, prevede un investimento complessivo di 400 milioni di euro per i mari italiani, in linea con gli obiettivi fissati dalla Strategia europea per il 2030 sulla biodiversità e le misure previste dalla Strategia per l’ambiente marino. 

Il piano contempla interventi su vasta scala per il ripristino e la tutela dei fondali e degli habitat marini per invertire la tendenza al degrado degli ecosistemi del Mediterraneo e favorire il mantenimento e la sostenibilità di attività fondamentali non solo per le zone costiere, ma anche per filiere produttive essenziali come quelle della pesca, del turismo e dell’economia blu sostenibile. 

Il protocollo d’intesa stabilisce le forme di collaborazione tra il ministero della Transizione ecologica e l’ISPRA per il raggiungimento degli obiettivi del progetto attraverso le azioni di realizzazione di:

  • sistemi di osservazione degli ecosistemi marini e marino-costieri; 
  • mappatura delle praterie di Posidonia e degli habitat di interesse comunitario; 
  • attività di ripristino ecologico dei fondali e degli habitat marini; attuazione di misure di tutela. 

PROVVEDIMENTI A NORD

Tutto qui?

Ovviamente no, per fortuna. In Veneto, per esempio, arriveranno più di 308 milioni di euro per le scuole. Il governo ha firmato nei giorni scorsi un importante decreto, il primo riguardante le risorse del Pnrr destinate alle scuole e all’istruzione.  Queste risorse saranno suddivise in modo da garantire interventi su diversi fronti. 

Nello specifico: 

  • 53 milioni saranno destinati alla costruzione di nuove scuole, più innovative e sostenibili; 
  • oltre 143 milioni andranno ai servizi degli asili nido, quasi 42 milioni alle scuole d’infanzia (3-5 anni); 
  • circa 17 saranno destinati al potenziamento del tempo pieno, mentre 13,7 mln andranno al piano delle infrastrutture per lo sport nelle scuole;
  • infine, quasi 38 mln saranno impiegati per la messa in sicurezza e la riqualificazione dei plessi scolastici già esistenti. 
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

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